Come ragiona Elon Musk – L’Algoritmo

Elimina, semplifica, ottimizza: queste le regole per pensare meglio, secondo Elon Musk.

Come pensa e come ragiona Elon Musk secondo l'algoritmo
Qui parleremo di:

Elimina, semplifica, ottimizza.

Questo è un metodo che risolve un sacco di problemi, anche se lo scopo della tua vita non è portare l’uomo su Marte o rivoluzionare il modo in cui le persone si muovono.

Io -per esempio- l’ho applicato per ripulire casa.

Elon Musk -che probabilmente è umano, anche se molti ritengono che no- per sua stessa ammissione ragiona secondo un algoritmo. Parliamo di uno seduto su decine di miliardi di dollari, che si sente come un computer.

Parleremo dell’algoritmo di Elon Musk con le sue stesse parole tratte dalla sua biografia di Walter Isaacson (la compri qui).

Scopriamo come ragiona Elon Musk e poi – dopo gli esercizi che faremo – tocca a te.

L’algoritmo

Il pensiero logico, in una persona oltremodo motivata, può avere l’effetto di un carro armato che passa sopra cose tipo l’empatia e il benessere degli altri.

D’altronde, se lo scopo della tua vita è portare l’uomo su Marte, non dai molta importanza a cosa pensano e provano gli altri: lo fai, e/o lo fai fare, e basta così.

Elon Musk è una di quelle persone molto lontane da me, che tuttavia ammiro per l’audacia e la caparbietà di un suo principio di vita: non è uno di quelli che piega la sua volontà al mondo, ma piega il mondo alla sua volontà.

E per fare questo utilizza un metodo di pensiero, che è anche un metodo di lavoro e metodo organizzativo: l’Algoritmo.

Ora ti spiego come funziona il metodo: sono 5 brevi capitoli, i nomi glieli ho dati io.

1. Elimina (ma prima sii dubbioso)

Darti l’elenco così, subito, credo sia poco efficace e per nulla interessante; lo troverai comunque più avanti, bello ordinato.

Volendo assimilare questo metodo, è necessario dunque partire dal primo passo: eliminare.

Per decidere bene devi prima eliminare, ma prima di eliminare devi pensare.

Devi mettere in dubbio tutto.

  1. “Mettete in dubbio ogni requisito. Ognuno di essi dovrebbe avere il nome della persona che l’ha richiesto. Non dovreste mai accettare un requisito proveniente da un reparto come “il reparto legale” o “il reparto sicurezza”. Dovete conoscere il nome della persona in carne e ossa che ha richiesto quel requisito. Poi dovreste metterlo in dubbio, non importa quanto quella persona sia in gamba. I requisiti provenienti dalle persone in gamba sono i più pericolosi, perché la gente è meno incline a metterli in dubbio. Fatelo sempre, anche se il requisito è venuto da me. Poi, rendete i requisiti meno stupidi.”

Quante volte diamo per scontato qualcosa o qualcuno?

Noi spesso ragioniamo male, e questo è dettato dai bias e dalle fallacie che ci inducono in errore.

Nel nostro caso, possiamo sbagliare o perché sviati dal bias dell’autorità (ossia quella tendenza inconscia dell’uomo ad attribuire una maggiore veridicità a qualcuno) o dalla fallacia ab auctorictate (quando presumo una cosa vera per il semplice fatto che l’ha detto qualcuno che ritengo un’autorità).

L’autorità è un concetto – pare dire Musk – che non può esistere. Esistono solo i fatti, le opinioni, e la responsabilità che si porta dietro un’opinione.

Ognuno è responsabile di quel che dice e fa, e l’autorità di nessuno deve essere presupposta né data per certa.

Fatto?

Bene. Ora inizia a eliminare.

Cosa significa, in pratica? Togliere tutto il superfluo, tutto quello che non serve a raggiungere il risultato che vuoi ottenere.

Taglia, senza pietà. Taglia così tanto da dover poi fare un po’ marcia indietro.

2. Eliminate tutte le parti o i processi che potete. Potreste doverli aggiungere di nuovo più avanti. Anzi, se finite per non riaggiungerne almeno il 10 per cento, non ne avevate eliminati abbastanza.

È interessante quello che dice Musk: devi togliere così tanto da non rendere una cosa inutilizzabile, ma allo stesso tempo non devi rendere la situazione complessiva peggiore di prima.

Se stai cercando di costruire l’automobile più leggera del mondo, ad un certo punto potresti avere l’idea di togliere il tergicristallo: se lo elimini, la macchina funziona comunque. Ma fino al primo temporale, quando ti rendi conto che senza tergicristallo non vai da nessuna parte. Quindi, lo rimetti.

Nel libro (lo compri qui) si vede come Musk sia così ossessionato dall’alleggerire le sue Tesla o i suoi missili di SpaceX da richiedere agli ingegneri l’utilità di letteralmente ogni singolo bullone, e domandarsi se esso sia essenziale o meno.

Ho scoperto che questo è vero anche in informatica, dove esiste il concetto della ottimizzazione prematura (premature optimization): scrivi e perfezioni un codice o un algoritmo, dove e quando non ti serve.

Tornando a me: come ho fatto in casa? Beh, ho iniziato dall’eliminare tutta la roba che certamente non uso da tempo: libri che ho già letto, vestiti che non ho mai messo, utensili da cucina che non ho mai utilizzato. Ho agito con lo scopo di ridurre lo spazio occupato.

Per chi viaggia, pensa ad oggetti come schiuma da barba, lamette, spazzolino e dentifricio: tutta roba che non ha senso portarsi via, che tanto la trovi in ogni supermercato (se dove vai ci sono, ovviamente).

2. Semplifica

Invertire questi primi due passaggi è costoso, nel senso che è inutile semplificare qualcosa che non dovrebbe esistere.

Semplificare, a mio avviso, significa ridurre gli elementi: una sorta di rasoio di Occam applicato. Se ci pensi, come non ha senso moltiplicare gli elementi più del necessario in logica, parimenti non ha senso usare due cose quando una può spiegare una duplice o triplice funzione (tipo usare la saponetta Dr. Bronner’s quando vai in viaggio solo con lo zaino).

La sintesi è un’arte che dobbiamo coltivare.

Nel fare le pulizie, ad un certo punto mi sono trovato davanti a quattro berretti: due sportivi, una coppola, un quarto berretto più elegante (che mi è stato regalato).

Mentre l’eliminare (ossia il primo step) per me ha significato togliere l’inutile, qui il problema è che si tratta di cose che per una ragione o l’altro sono state utilizzate. Come decidere? Beh, ognuno deve darsi i suoi criteri. Quello che ho scelto io è stato questo: prima, salvo il regalo. Essendo questo berretto elegante, elimino la coppola. Infine, dato che i berretti sportivi sono due, uno può salutarci. Sono rimasto con due berretti, utili nella quasi totalità delle occasioni, e senza fare torto a nessuno.

Lo stesso ho fatto in cucina con le stoviglie: piatti, posate, bicchieri.

Per chi viaggia, la storia è la stessa: la saponetta Dr. Bronner’s -dice la pubblicità – svolge 18 funzioni. Quindi corpo, barba, capelli e denti, così come pulizia piatti e bucato, deodorante, etc. Il tutto in uno spazio minimo. Più banalmente, rifletti se hai davvero bisogno di tutta quella biancheria e di quei vestiti, se dove andrai avrai la lavatrice.

3. Ottimizza

Ottimizzare, a mio avviso, significa migliorare l’esistente: fare in modo che quello che hai esegua il 100% della propria funzionalità. L’esempio che ho già fatto altrove è questo: ha più senso investire soldi in nuovi metodi per estrarre più acqua potabile, oppure è preferibile migliorare le condotte idriche già esistenti?

Se non lo sai quasi il 40% dell’acqua potabile in Italia viene persa dalle condutture vecchie e rotte (fonte). È una vergogna, di cui pochi paiono interessarsi. Orbene, più che concentrarci su quello che non abbiamo, dobbiamo migliorare quello che abbiamo già.

Ottimizzare significa tirare fuori il meglio da quello che abbiamo, diventare efficienti.

Nel caso delle pulizie di casa mia, ho sostituito ad esempio una voluminosa libreria ed il poggiapiedi del divano con un pouf contenitore, dove sono finiti tutti i libri residui. Ho ripensato gli angoli della casa, prevedendo dei ripiani sospesi per alleggerire quello che avevamo in giro (es. tecnologia). Insomma, quello che avevo già (lo spazio di casa, e gli oggetti) li ho ripensati in un’ottica sia minimalista che funzionale.

Visto che ultimamente viaggio abbastanza, e che mi sono appassionato ai viaggi one bag (ossia solo con lo zaino a mano da cabina), ho cercato nuovi modi per ripensare le ciabatte (cercando le più leggere possibili, e pieghevoli), l’asciugamano salvaspazio (quando non siamo in hotel o appartamento), i liquidi (profumi monodose, o diffusori spray mini riutilizzabili), e lo spazio dentro la valigia. In questo senso, c’è un quintale di video su YouTube che ti insegnano a fare la valigia ottimizzando gli spazi.

4. Accelerare il tempo del ciclo.

Come anticipato, l’Algoritmo non è solo un modo di pensare, ma anche un metodo di lavoro e di gestione dei team di lavoro.

Il quarto punto recita così:

Accelerate il tempo di ciclo. Ogni processo può essere velocizzato. Ma fatelo solo dopo aver seguito i primi tre passi. Nella fabbrica di Tesla, ho erroneamente passato un sacco di tempo ad accelerare processi che in seguito ho capito che si sarebbero dovuti eliminare.

Quello che dicevamo prima, in pratica.

5. Automatizza

Anche qui, questo ultimo passaggio riguarda essenzialmente il modo di lavorare: il concetto è che quando puoi far fare qualcosa alle macchine o al computer (es. software), delega il lavoro a loro. Ma questo dopo aver seguito i passaggi sopra citati.

Corollari

Alcune note, sparse:

  • i responsabili tecnici devono fare esperienza pratica, costantemente (almeno 20% del tempo al lavoro);
  • il cameratismo è pericoloso;
  • sbagliare è normale, ma non dovete per forza farlo;
  • quando c’è un problema, non parlare con i tuoi sottoposti, ma con i sottoposti dei tuoi sottoposti (= avvicinati alla fonte del problema);
  • non chiedere ai tuoi sottoposti di fare qualcosa che non faresti tu;
  • al momento dell’assunzione del personale, è più importante l’atteggiamento giusto che il curriculum;
  • le uniche regole sono quelle dettate dalle leggi della fisica. Tutto il resto sono raccomandazioni.

L’Algoritmo, in sintesi

  1. metti in dubbio ogni requisito
  2. elimina tutte le parti o i processi che puoi, poi riaggiungi almeno il 20% di quanto hai eliminato;
  3. semplifica il processo;
  4. ottimizza il processo;
  5. accelera il tempo di ciclo;
  6. automatizza.

E tu, come lo metterai in pratica?

Scrivilo nei commenti, ti risponderò.

Un caro saluto,

Giovanni

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