Modelli mentali: entropia

L'entropia non è solo la misura del disordine in fisica, ma anche nella vita di tutti i giorni. Scopriamo cos'è, e quando ci è utile.

entropia modello mentale
Qui parleremo di:

L’entropia è una grandezza che misura il disordine in un sistema fisico, ma si applica anche alla nostra vita quotidiana.

Te ne parlerò in questo articolo, nella consapevolezza che, pur avendo fatto il liceo scientifico, avevo 5 in fisica.

entropia modello mentale

L’entropia io l’ho capita così.

L’entropia è la misura del disordine di un sistema (la mia scrivania attualmente è davvero entropica), ed è intimamente connessa alla seconda legge della termodinamica.

Di questa -scopro tramite Wikipedia- ci sono diverse definizioni:

  • è impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato è quello di trasferire calore da un corpo più freddo ad uno più caldo senza l’apporto di lavoro esterno” (formulazione di Clausius). Pensa ad un treno a vapore che va a carbone: parte dell’energia del carbone che brucia viene dissipata attraverso, appunto, il vapore;
  • In un sistema isolato l’entropia è una funzione non decrescente nel tempo” (definizione che pare la più condivisa attualmente nell’ambito scientifico).

Alcuni scienziati, sulla scorta di quanto sopra, hanno parlato di entropia come tassa della natura: Celsius effettivamente l’aveva pensata proprio così, dopo aver riflettuto sul fatto che se butti ad esempio 100 di energia in un macchinario, il lavoro risultante non sarà mai 100 ma un qualcosa minore.

Entropia fuori dall’ambito scientifico.

L’entropia non è una grandezza applicabile solo alla fisica, ma anche alla nostra vita quotidiana.

Infatti, come l’entropia è una esplicitazione del passaggio da una situazione ad una disordinata, lo stesso vale -ad esempio- per il business.

Ovviamente in quest’ambito non sarà una legge, ma sarà più una tendenza: è comunque utile conoscerla, e la vediamo subito.

Come visto poc’anzi, senza l’apporto di energia esterna al sistema, questo tenderà al caos; allo stesso modo, senza una struttura esterna o senza una forza nascente all’interno, un gruppo tenderà al caos.

Da qui si spiega perché:

  • nel tempo le organizzazioni (e le persone) perdono motivazione, e per riaverla serve sforzo e stimoli (interni: un aumento, o una promozione; esterni: corsi e momenti conviviali);
  • le cose cambiano. Le cose cambiano perché le persone cambiano, e la relazione tra esse, e tra esse ed i beni dell’azienda.

Vista sotto quest’ottica, il lavoro dell’imprenditore è anche quello di ridurre l’entropia, ossia la tendenza di un’organizzazione al caos.

Tale concetto viene espresso anche in sociologia, tant’è vero che esiste una teoria chiamata teoria dell’entropia sociale che applica il concetto di entropia ad ogni situazione in cui un gruppo tende all’annullamento delle gerarchie interne al sistema stesso.

Ti faccio un esempio.

Se prendi un gruppo chiuso di persone, e queste persone le poni al di fuori di un contesto sociale (es. un’isola) senza alcuna regola (nel senso che non c’è una legge, ed una autorità che tale legge la faccia applicare), è ben facile prevedere -secondo questa teoria- che tutto finirà nel caos più assoluto.

Le leggi in una società, così, possono essere spiegate come un tentativo di limitare (mediante l’uso di una forza esterna) l’entropia della società cui afferiscono.

Tuttavia, di contro, ogni tentativo di limitazione dell’entropia (e, quindi, un’imposizione maggiore delle leggi) può portare ad una disfunzione del sistema stesso: se le leggi per essere applicate importano un limite alla libertà del gruppo o del singolo, quand’è che diventano ingiuste?

Universo 25: il paradiso dei topi e l’entropia

L’esperimento Universo 25, condotto dallo etologo americano John B. Calhoun negli anni ’60 e ’70, è un esempio affascinante di come l’entropia può manifestarsi in un sistema sociale.

Calhoun creò un “paradiso dei topi”, un ambiente chiuso con risorse illimitate come cibo e acqua, ma con uno spazio fisico limitato. Inizialmente, quattro coppie di topi furono introdotte in questo ambiente, e la popolazione crebbe rapidamente.

Tuttavia, quando la densità della popolazione raggiunse il picco, i comportamenti sociali dei topi iniziarono a degenerare. I topi iniziarono ad impazzire, ed avere comportamenti violenti e sessualmente anomali (pansessualità), iniziarono ad abbandonare i propri piccoli che infatti morirono per la quasi totalità (96% non sopravvivevano) Calhoun definì questo collasso dell’ordine sociale come un “pozzo comportamentale”.

Inoltre, i topi nati dentro Universo 25 non riuscirono a formare legami sociali normali o a impegnarsi in comportamenti sociali complessi. In buona sostanza, essi rimasero intrappolati in uno stato di sviluppo infantile, anche quando venivano rimossi dall’Universo 25 e introdotti a topi “normali”. Alla fine, la colonia si estinse, perché nessuno faceva più figli.

Cosa possiamo imparare da questo caso?

Questo esperimento può essere visto alla luce del concetto di entropia. Nell’Universo 25, l’entropia può essere vista come l’aumento del disordine e della casualità nei comportamenti sociali dei topi. Nonostante le risorse illimitate, lo spazio fisico limitato ha portato a un aumento dell’entropia, culminando nel collasso della società dei topi. Questo esperimento serve come un potente monito delle conseguenze dell’entropia in un sistema sociale.

Che cosa possiamo imparare dall’entropia

Il disordine, lo abbiamo visto, non è un errore, ma la nostra condizione di partenza. La nostra condizione di default.

L’ordine, di contro, è sempre artificiale e temporaneo, e per essere attuato e mantenuto necessita di un consumo di energia. L’ordine non è la nostra condizione naturale.

Guardandola sotto un’altra prospettiva, l’esistenza del caos è ciò che (grazie allo sforzo dei singoli e dei gruppi) porta all’evoluzione delle persone, e delle società. Detto diversamente, l’entropia se è una forza sempre esistente, e che consuma, è anche ciò che mi aiuta a cercare uno stato d’ordine, anche partendo da uno stato di disordine.

Lo trovo, a suo modo, salvifico: la possibilità di avere ordine, da qualche parte, c’è sempre. Vado a sistemare la mia scrivania.

Ci vediamo alla prossima,

Giovanni

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