Same as Ever (Morgan Housel) | Recensione

Recensione del libro Same as Ever di Morgan Housel uscito nel novembre 2023

Qui parleremo di:

In breve: “Same as Ever”, il libro di Morgan Housel uscito nel novembre 2023 in lingua originale inglese, è una sintesi di buoni spunti. C’è poco di nuovo, e la forma (20 brevi capitoli) non mi è piaciuta. Ma nel complesso si fa leggere bene, e vale l’acquisto. Il libro lo puoi comprare qui.

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Dati principali del testo

240 pagine in formato ebook, qualcuna in meno nel cartaceo.

Tempo di lettura? Diciamo una decina di ore, con calma, su Kindle, prendendo appunti.

È solo in inglese, per ora.

Editore ‏ : ‎ Harriman House (7 novembre 2023)
Lingua ‏ : ‎ Inglese
Copertina flessibile ‏ : ‎ 224 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 1804090638
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-1804090633
Peso articolo ‏ : ‎ 230 g
Dimensioni ‏ : ‎ 13.9 x 2.5 x 21.5 cm

In sintesi

L’autore ha voluto sintetizzare una ventina circa di principi sempre validi ossia quelle “regole di esperienza” che sono frutto del suo vissuto, e che non dipendono dalle circostanze (spazio, tempo, etc.).

D’altronde, come egli ben sottolinea, è preferibile affidarsi ai testi classici perché l’avere passato indenni gli anni e le generazioni dimostra il loro valore.

Punti più importanti del libro

Come riconosce l’Autore stesso, non si tratta di un testo unico, ma di una ventina di capitoli del tutto autonomi tra loro.

Il che, a mio avviso, è sia il valore aggiunto che il limite di questo testo: non è un capolavoro, ma il formato agevola la lettura.

In buona sostanza si tratta di un prontuario, utile certo, ma limitato nel carattere della novità.

Il libro ha comunque molti spunti interessanti e che rimarranno con me: eccone alcuni.

  1. Il rischio è ciò che rimane quando pensi di aver pensato a tutto”: citazione di Carl Richards, che ben esprime il capitolo intitolato “Siamo bravi a predire il futuro, eccetto per le sorprese”;
  2. la prima regola della felicità sono le aspettative basse (l’invidia è una brutta bestia);
  3. vivere significa gestire le probabilità: le persone guardano al risultato, in ogni contesto. Anche se il risultato non deriva dalla tua azione, quello è un’etichetta (nel bene o nel male) che ti porterai dietro;
  4. le storie chiariscono un argomento, e lo amplificano. Lo storytelling è sempre da valorizzare;
  5. non tutto, però, può essere ridotto in numeri o statistiche: il mondo è governato anche da forze immateriali ed indeterminabili. Ad esempio, lo spirito di un popolo, la forza di volontà;
  6. la tranquillità pianta i semi della follia. L’esempio di Housel è interessante: la pandemia COVID, se fosse accaduta un secolo fa, non avrebbe avuto tale risonanza. Le pandemie, anche più mortali, erano all’ordine del giorno. Oggi è invece un’eccezione, e come tale viene trattata;
  7. Una buona idea sotto steroidi diventa una terribile idea. Oppure, per dirla con Warren Buffett, “Non puoi fare un bambino in un mese mettendo incinta nove donne“;
  8. le innovazioni sono maggiori nei tempi bui. Come diremmo noi, la necessità aguzza l’ingegno. Come direbbero i latini, mater artium necessitas;
  9. le buone notizie arrivano dall’interesse composto, che necessita di tempo. Le cattive notizie, invece, possono capitare in un batter d’occhio. Pensa a quanto è facile rovinare una carriera, per un singolo episodio. Una citazione molto bella, che trovi nel libro, è quella di Yuval Noah Harari: “Per godere della pace, è necessario che tutti facciano scelte giuste. Al contrario, una scelta errata da un soggetto soltanto può portare alla guerra”.
  10. Le piccole cose, quando unite, possono diventare cose straordinarie. L’esempio è quello delle bombe atomiche: se sono sempre più grandi, sono anche più gestibili, perché nessuna nazione vuole una escalation nucleare. Le bombe atomiche più piccole, però, sono un grande problema: la possibilità che qualcheduno inizi ad usarle è fonte di problemi potenzialmente più grandi di quelli del tempo della Guerra Fredda. Lo stesso, vale per il tempo e per ogni cosa misurabile. “Quando hai un numero grande all’esponente, non hai la necessità di cambiamenti straordinari per raggiungere risultati straordinari”. Più fallisci, e più è probabile che raggiungerai l’obiettivo;
  11. conviene avere, al contempo, una visione pessimista ed ottimista sul futuro. L’approccio del rational optimist: quello di chi sa che la storia è una costante catena di problemi e disagi e passi indietro, ma allo stesso tempo rimane ottimista consapevole del fatto che questi passi indietro non eliminano eventuali progressi. “Pianifica come un pessimista, sogna come un ottimista“;
  12. c’è un bel vantaggio nell’essere un po’ imperfetti, perché (collegandosi al precedente punto 6) “una specie che evolve fino a diventare eccellente in qualcosa tende a diventare vulnerabile ad un’altra: le piante più grandi, che crescendo rubano il sole alle altre più piccole, nel crescere diventano più vulnerabili alla forza del vento” (libera citazione da Ivan Schmalhausen, biologo);
  13. Il dolore è inevitabile: visto che le inefficienze sono ovunque, la vera domanda che dovresti porti non è “posso evitarle?” ma “Qual è il livello di sopportazione corretto per poter continuare a funzionare in questo mondo disordinato ed imperfetto“? Anche qui, ci vedo un legame con il precedente punto 9: il successo è una maratona, non una corsa ad ostacoli. Dunque devi essere abbastanza tollerante agli altri, ma non troppo. Housel fa un esempio molto interessante: i furti nei supermercati. Ebbene, i titolari potrebbero ridurre drasticamente (o finanche annullare) i furti nei loro negozi facendo dei controlli serrati ad ogni persona che entra. Tuttavia, ben presto si ritroverebbero senza clienti, perché tale controllo è per molti inaccettabile. In questo punto ci ricade, a mio avviso, quello comunemente chiamato effetto Streisand;
  14. La maggior parte dei vantaggi competitivi alla fine muore. Questo è bellissimo, secondo me. L’Autore parte dal citare due evoluzionisti (Aaron Clauset e Douglas Erwin) secondo i quali la tendenza dell’evoluzione nel creare specie sempre più grandi è controbilanciata dalla tendenza dell’estinzione di uccidere le specie più grandi”. Gli animali vivono in un ambiente con scarsità di terreno: quando c’è carestia, gli animali più grandi hanno un problema, perché hanno bisogno di più cibo e non possono nascondersi, in quanto grandi. Il loro status da primo della catena alimentare importa che essi non abbiano la necessità di adattarsi, il che è un problema quando invece l’adattamento è necessario. “Gli animali dominanti tendono ad essere enormi, ma i più duraturi tendono ad essere più piccoli” (pensa al leone, e pensa ai batteri). Ciò che è straordinario, nell’evoluzione, è che ciò che ti porta più in alto nella catena alimentare, alla fine è ciò che ti porta in basso. Il successo ha la sua forza di gravità;
  15. rimanendo sempre sul tema, cinque sono le cose che tendono ad erodere un vantaggio competitivo:
    1. avere ragione ti induce a credere che non puoi avere torto;
    2. il successo porta alla crescita; alla crescita corrisponde un’organizzazione maggiore, che segue regole diverse dalle organizzazioni più piccole;
    3. il raggiungimento dell’obiettivo rammolisce;
    4. un’abilità che ha valore in un’epoca può non estendersi a quella successiva;
    5. a volte, il successo è semplicemente trovarsi al posto giusto nel momento giusto.
  16. quando gli incentivi sono pazzeschi, anche i comportamenti possono essere pazzeschi: quando le persone brave e buone hanno l’incentivo ad attuare comportamenti folli, è facile sottostimare le possibilità che il mondo vada fuori di testa. In questo caso, le cose insostenibili possono durare più di quanto avevi previsto. Una domanda utile che puoi porti è: “Quali dei miei attuali punti di vista cambierebbe se i miei incentivi fossero differenti?” Se la risposta è “nessuno” allora probabilmente non sei solo persuaso, ma anche reso cieco dai tuoi incentivi;
  17. nulla è più persuasivo di ciò che hai vissuto in prima persona;
  18. non vengono assegnati punti per la difficoltà: essa è affascinante, intellettualmente stimolante, ma è preferibile guardare alla concretezza ed effettività. In medicina, ad esempio, è più efficace concentrarsi sulla prevenzione che sulle cure. La complessità è il segno distintivo della verità – dice Edsger Dijkstra – ma la dolente verità è che la complessità vende molto meglio.

La parte finale del testto è interessante: l’Autore pone alcune domande che il lettore dovrebbe farsi. Sono più o meno una dozzina, ed alcune sono davvero interessanti. Ad esempio: “Cosa sembra insostenibile, ma in realtà è una nuova tendenza che non abbiamo ancora accettato?”. Nell’ambito sociale, nella tecnologia ed in tanti altri settori, questa è la domanda da porsi per guardare al futuro.

Conclusioni

Spero di averti stimolato alla riflessione, ed alla curiosità.

Se vuoi, Il libro lo puoi comprare qui.

Un caro saluto,

Giovanni

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